Juve Stabia - Lanciano 0 - 2
30/11/2008 - 14a. Giornata
Campionato di Serie C/1 2008/09
Video Non Disp
30/11/2008 - 14a. Giornata
Juve Stabia (4-2-3-1): Brunner, D'Ambrosio (dal 12' st De Rosa), Radi, Ametrano, Geraldi, Gritti, Capparella, Monticciolo, Biancolino ( dal 29' st Morello), Grieco, Amore (dal 1' st Peluso) . All.: Morgia.
V.Lanciano (4-2-3-1): Aridità, Bognar,Mammarella, Oshadogan, El Kamch, Erba ( dal 17'st Daleno), Turchi, Colussi (dal 22' st Amenta) , Romano, Volpe, Margarita(dal 36' st Alfageme). All.: Di Francesco.
Arbitro: sig. Paparazzo di Catanzaro ( assistenti sigg. Scarano-Calò)
Ammoniti: D'Ambosio (JS), Romano (L ), Oshadogan (L), Turchi (L), Amenta (L), Radi (JS), Peluso (JS)
Marcatori: Oshadogan (L) al 35' pt, Alfageme (L) al 41' st.
Note: spettatori circa 1600
Il Lanciano sbanca il Menti battendo un'irriconoscibile Juve Stabia: lo 0-2 non fa una grinza
Le due formazioni adottano uno schema speculare 4-2-3-1: nel Lanciano il difensore capitano Bolic non ce la fa a recuperare dal risentimento muscolare accusato Venerdì. La J.Stabia recupera invece Brunner e Ametrano dalle squalifiche dell'ultimo turno, al centro della difesa con Geraldi c'è Gritti che sostituisce Maury ( out per squalifica).
Partita molto blanda nel primo quarto d'ora: al 16' primo tiro del V.Lanciano con Bognar dalla distanza su azione susseguente da angolo, con la palla alta.La J.Stabia risponde con un destro di Biancolino al 18'.I locali cercano di spingere : al 19' punizione di Grieco dalla sinistra e Aridità blocca con sicurezza.
I giallo-bu reclamano un rigore al 24': cross dalla sinistra di Capparella con Bognar, a distanza ravvicinata dall'esterno stabiese, che ribatte in angolo con un braccio in modo involontario.
Il Lanciano passa al 35': su azione di angolo la difesa stabiese buca malamente la palla su cross dalla destra e il difensore Oshadogan infila Brunner in uscita.
I frentani giocano bene con e ripartenze: in una di queste Colussi viene pescato in off side al 40' vanificando un'ottima occasione per gli ospiti.
Il primo finisce tra i fischi del pubblico di casa , scontento di una proba decisamente sotto tono delle Vespe.
J.Stabia sprint nella ripresa con Peluso al posto di Amore. Al 5' punizione di Grieco dal limite con palla sulla barriera.
Al 12' mossa di mister Morgia: dentro De Rosa e fuori il terzino D'Ambrosio, arretrando Ametrano sulla linea difensiva.
La pressione delle Vespe si fa continua ed arrembante ma senza costrutto con il Lanciano che si difende a denti stretti.
Sfortunata la J.Stabia al 17': testa di Geraldi da cross di angolo e traversa piena.
Al 26' ci prova De Rosa dalla distanza con scarsa fortuna.
Grieco vicino al goal al 35' con Aridità che smanaccia con bravura.
Al 41' il Lanciano fa il bis in contropiede con Alfageme.
Nei 4 minuti di recupero non succede più niente. Fischi del pubblico alla fine partita.
Il tecnico della Virtus Lanciano, Eusebio Di Francesco: "Abbiamo disputato una grande gara. Finalmente mi posso rispecchiare in questa squadra. In campo eravamo messi davvero bene, e penso che questa vittoria sia stata più che meritata. La squadra ha lottato su ogni palla; lo spirito di sacrificio dei miei ragazzi era evidente. Tutti si aiutavano l'un l'altro. Gli applausi del pubblico di casa ci inorgogliscono, e fanno capire come nel calcio ci sia ancora tanta sportività". Alessandro Landolfi
Il Direttore Sportivo, Roberto Amodio, comunica agli Organi di informazione la volontà di mister Morgia di dimettersi dall’incarico di allenatore della prima squadra “ Abbiamo parlato ed analizzato l’attuale situazione sia con il tecnico che con la società. L’allenatore, non sentendosi sereno in questo momento, ha deciso di presentare le dimissioni rimettendosi alle decisioni della società la quale, a breve, si riserva di far conoscere le proprie determinazioni”.
Dimissioni della componente societaria della S.S. Juve Stabia spa
In seguito all’aggressione subita, questa sera, da alcuni tesserati della S.S. Juve Stabia spa da parte di ignoti, tutta la componente societaria della S.S. Juve Stabia spa rassegna le proprie dimissioni. “Tale comportamento, sicuramente deplorevole, ci lascia profondamente delusi ed amareggiati – affermano all’unisono i dirigenti tutti - . Siamo disposti sin da questo momento a farci da parte in quanto il calcio deve essere inteso come uno sport di sana competizione e non può essere macchiato da episodi di pura violenza nè da atti di vero teppismo . Per un atto di responsabilità, in attesa che ci possano essere degli sviluppi, ci impegneremo a garantire l’ordinaria amministrazione fino al 31 gennaio 2009”
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Morgia: "Clima di terrore, alla Juve Stabia non potevo andare avanti"
Un epilogo del genere non se lo immagina nessuno. Massimo Morgia, l’uomo che doveva dare un senso alla stagione della Juve Stabia, mascherare gli errori in fase di costruzione della squadra, ha detto basta. Lo ha detto l’uomo, non l’allenatore. E non è una resa. E’ una presa di coscienza, un modo per togliere un peso a chi, come Giglio, si è ritrovato tra la contestazione della tifoseria e la determinazione della squadra a tenere il suo allenatore.
Oggi tornerà in Toscana, la sua avventura è durata poco più di due mesi. Tre vittorie, tre pareggi e tre sconfitte, un bilancio che è nella norma di chi subentra e si ritrova a dover partire quasi da zero.
La Juve Stabia perde il suo ‘parafulmine’, l’uomo che più di tutti si è messo in prima linea quando le cose sono andate male, si è preso colpe e responsabilità non sue, difendendo società e squadra. Va via a testa alta, Massimo Morgia.
Non è stato facile fin dall’inizio: “Sono venuto a Castellammare sposando un progetto, ho trovato subito l’intesa con la squadra, ci sono state prestazioni buone e meno buone, ma ero convinto che con un po’ di tempo in più a disposizione e un ambiente diverso tutto si sarebbe raddrizzato”.
Il clima che si è ritrovato a vivere la squadra non è stato dei migliori, e anche un mezzo passo falso ha generato contestazione: “I malumori c’erano prima della mia gestione, e con me si sono verificati già dopo la partita contro il Potenza, prima che ci fossero gli episodi eclatanti contro la Pistoiese, quando siamo stati chiusi tre ore all’interno dello stadio dopo la partita; se non ci fosse stato il presidente Giglio nel pullman, chissà quanto ancora saremmo rimasti lì”. “Nonostante lui fosse sul pullman, ugualmente sono saliti due signori a bordo e ci hanno detto cose non piacevoli”. Cerca di entrare nel profondo della spaccatura il mister, nei fatti che hanno generato odio e violenza: “Ritengo che già c’era un problema a monte, poi domenica sono accadute molte cose spiacevoli, con insulti e minacce a me e alla mia famiglia, addirittura c’era chi parlava di picchiare o di ammazzare, cose che con lo sport non c’entrano niente. Addirittura, mi è stata lanciata sulla testa una bottiglina di Borghetti piena e ho anche visto chi l’ha scagliata, ma non sono riuscito a schivarla”.
La decisione di dimettersi è maturata subito, immediatamente dopo la sconfitta della Juve Stabia contro il Lanciano per 2-0: “Quando ho visto le facce dei giocatori all’uscita dal campo e ho capito che i dirigenti erano già in riunione, mi è venuto spontaneo, per il bene che voglio a Giglio e Amodio, di farmi da parte. Mi sentivo un capro espiatorio e allora ho demandato le mie dimissioni, poi spettava alla società accettarle o meno”.
La situazione era ancora recuperabile, ma tutto è crollato: “Purtroppo intorno alle sette di sera è arrivata la notizia dell’aggressione a Radi e Brunner, un’aggressione vigliacca, incivile, fatta da squadristi. E sono stati inseguiti anche Mineo e Amore. Non capisco da dove nasca tutta questa antipatia, visto che hanno detto a Rastelli che non doveva difendermi, come non avevano fatto con Costantini”. Voleva cambiare mentalità alla piazza Morgia, insegnare i valori legati allo sport, rendere la partita un divertimento. Non gli è stata data la possibilità di farlo: “Il mio lavoro di allenatore lo intendo sotto due aspetti: quello lavorativo e quello passionale. Io sono un dipendente della società e un uomo di sport, libero, e non posso accettare né la violenza fisica, né quella morale”. Per la prima volta che l’allenatore si è ritrovato a dover fronteggiare tale situazione: “Nella mia carriera sono stato in diverse piazze in cui ci sono tifoserie definite calde, ma a Catanzaro, Torre Annunziata, Foggia e Palermo certe cose non sono mai accadute”. Per uno che ha speso la vita sui campi ad insegnare il rispetto per se stessi e per gli avversari, tuto gli sembra assurdo: “Io certi comportamenti non li ho mai digeriti, il clima che si era creato a Castellammare non mi rendeva libero di camminare per strada. Eppure, avevo deciso di vivere in città, ci avevo messo tutta la mia volontà, avevo detto anche a mia moglie di trasferirsi. Invece, qui è come se io e i calciatori fossimo dei nemici, o dei mercenari, dei ‘ricottari’, come ci hanno definiti. Io, ripeto, mi sento un uomo di sport e non accetto certi comportamenti”.
Morgia non generalizza: “Io non colpevolizzo la Castellammare città, sicuramente è composta in maggioranza da ottime persone, ma lo stato che si viveva intorno alla Juve Stabia non mi andava bene. Non si può scendere in campo la domenica pensando che la vittoria ti farà stare tranquillo per tutta la settimana. Secondo me si deve giocare sempre per ottenere il successo, se poi arriva la sconfitta fa parte del gioco, altrimenti diventa una stagione di sopravvivenza, come la stavamo vivendo noi”.
Insomma, rimane un senso di vuoto. Chi lo ha conosciuto e ha lavorato con lui, ha apprezzato le qualità umane e le competenze tecniche. ma c’è stato anche chi ha etichettato subito Morgia, che anziché sponsorizzarsi tra i tifosi, ha preferito stare ore sul campo a lavorare, con allenamenti doppi e tanta voglia di cambiare uno stato di cose che è sfociato nella follia più assurda. Speriamo solo che Castellammare non lo rimpianga.